sabato 2 maggio 2009

Vattimo contesta la presenza dell'Egitto alla Fiera del libro

Scritto da Simona Mammano il 2 maggio 2009

Come l'anno scorso, anche per quest'ultima edizione della Fiera del libro ci sono contestazioni sulla presenza del Paese ospite d'onore, che quest'anno sarà l'Egitto.
Il filosofo Gianni Vattimo, candidato alle prossime Europee con l'Italia dei Valori, ne spiega le ragioni.
Tratto da lastampa.it di Torino:


2/5/2009 (14:42) - IL CASO
Vattimo contro la Fiera del libro:
è uno scandalo invitare l'Egitto
Il professor Gianni Vattimo in una immagine d'archivio


Il candidato dell'Idv contesta l'ospite
TORINO
«Sono scandalizzato e mi vergogno sempre di più di chi non ha il minimo di coscienza e organizza le manifestazioni a costo dei diritti umani, e di chi si riempie sempre la bocca. Parlerò di questo in campagna elettorale, per far sentire la voce della politica che spero vada anche in Europa». Sono le dure parole del filosofo torinese Gianni Vattimo, candidato alle prossime europee con l’Italia dei valori, che ha presentato stamattina insieme ad Alfredo Tradardi dell’International solidarity movement italia, i moviti della campagna di boicottaggio-contestazione alla presenza dell’Egitto come paese ospite d’onore della Fiera internazionale del libro di Torino. Un boicottaggio che segue quello dello scorso anno alla fiera che aveva accolto come paese ospite d’onore Israele.

Una contestazione definita «un dovere morale, culturale e politico. Noi cerchiamo di dare -spiega Tradardi- un piccolo contributo affinchè la verita sul conflitto medio orientale faccia dei passi avanti. E come lo scorso anno con lo Stato di Israele ci mobiliteremo a livello locale e nazionale per contestare la presenza dell’Egitto come ospite d’onore della fiera del libro». I promotori dell’iniziativa, che fa parte della campagna ’Boicottaggio, disinvestimenti e sanzionì lanciata nel 2005 dalla società civile palestinese, osservano poi che il fatto che la cerimonia inaugurale «preveda una lectio magistralis sul tema ’Immaginare una cultura per la pace e la tolleranzà tenuta dal ministro egiziano per la Cultura, ci sembra un troppo che offende la nostra coscienza civile e democratica e gli oppressi e i perseguitati in Egitto e in Palestina».




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