venerdì 1 maggio 2009

1° Maggio e governo

Scritto da Simona Mammano il 1° maggio 2009

L'Italia della disoccupazione, del precariato e della crisi economica deve assistere ai tentativi del capo del governo di accrescere la sua credibilità, dopo l'intenzione di candidare giovani e belle ragazze alle europee e la sua partecipazione al compleanno di una diciottenne, che non ha esitato a farsi intervistare ovunque, sottolineando di chiamare Berlusconi "papi".
Questa la discussione in Parlamento alla vigilia del 1° Maggio. In merito riporto uno stralcio dell'articolo di Francesco Verderami sul Corriere di ieri:

ROMA - Non sapeva se ridere o di­sperarsi, Enrico Letta: «Stanno per arriva­re dati terrificanti sul fabbisogno dello Stato, e di cosa si parla? Di 'papi'». Per­ché in effetti non si parlava d’altro ieri in Parlamento, della diciottenne Noemi che chiama Berlusconi «papi» e dell’en­nesima sfuriata di Veronica Lario contro il marito. Ma per quanto possa apparire paradossale non c’è differenza tra questa storia d’interno familiare e i conti dello Stato, perché lo scontro tra il premier e la sua consorte è un affare di Stato nel sistema della seconda Repubblica.

Così la «dynasty all’italiana» si è pre­potentemente infilata nelle dinamiche politiche. All’ombra di una lite privata sulla suddivisione dell’asse ereditario— con Berlusconi a dir poco irritato con la moglie, «la signora», che starebbe cer­cando di «mettermi contro i figli» — si sono prodotti effetti sul Pdl e sul gover­no, con ministri e dirigenti di partito pre­occupati per i contraccolpi d’immagine alla vigilia delle elezioni. Perché dopo il 25 aprile il Cavaliere è schizzato ben ol­tre il 73% nella fiducia degli italiani e il suo partito nei rilevamenti ha raggiunto «quota 45%». Insomma, il rischio che la lite recasse danni c’era. Non a caso ieri mattina il Ca­valiere ha commissionato subito un son­daggio, dal quale — così ha spiegato in serata ai suoi — «sono uscito vincitore». Gli italiani sarebbero dalla sua parte, «stavolta non dovrò chiedere scusa», co­me accadde nel 2007 dopo la lettera in­viata dalla moglie a Repubblica. Tanto basta per capire quanto abbia inciso la faccenda privata nelle faccende pubbli­che. Ecco perché martedì — venuto a sa­pere in mattinata delle intenzioni della moglie — Berlusconi aveva invano tenta­to di evitare che la questione esplodesse. Ecco perché oggi avrebbe intenzione di volare a Milano. Ecco il motivo per cui sarebbe saltato il pranzo con Fini. D’altronde non sarebbe stata una cola­zione serena, dato che Berlusconi aveva il dente avvelenato con il presidente del­la Camera, perché la sua fondazione, Fa­refuturo, con un articolo aveva sparato a zero sulle «veline in lista», prima che la moglie lo attaccasse.


Buon 1° Maggio.

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