sabato 27 giugno 2009

Ddl sulle intercettazioni in discussione al Senato


Scritto da Simona Mammano per Fuori dal coro il 27 giugno 2009

Martedì, mercoledì e giovedì è in agenda al Senato la discussione sul Ddl che modifica le norme in materia di intercettazioni telefoniche e ambientali. Già approvato alla Camera, si è in attesa della decisione del Senato, se dovesse essere positiva il Ddl andrebbe al Presidente della Repubblica per la promulgazione. Qui c'è l'ordine del giorno della Commissione Giustizia.

Fonte www.senato.it

giovedì 25 giugno 2009

Iran, in ricordo di Neda. La sorella scrive al mondo












Ieri avevo scritto un breve appunto perchè avevo un'idea fissa: 'domani sarà un grande giorno [alla manifestazione] , ma io potrei essere uccisa...' Invece ora io sono qui, viva, e a essere uccisa è stata mia sorella.
Sono qui a piangere mia sorella morta tra le braccia di mio padre.
Io sono qui per raccontarvi quanti sogni coltivava mia sorella...
Io sono qui per raccontarvi quanto fosse una persona dignitosa e bella, mia sorella...Sono qui per raccontarvi come mi piaceva guardarla quando il vento le agitava i capelli... Quanto [Neda] volesse vivere a lungo, in pace e in eguaglianza di diriiti.... Di quanto fosse orgogliosa di dire a tutti, a testa alta, 'Io sono iraniana'...

Di quanto fosse felice quando sognava di avere un giorno un marito con capelli spettinati, [sognava] di avere una figlia e di poterle fare la treccia ai capelli e cantarle una ninna-nanna mentre dormiva nella culla.

Mia sorella è morta per colpa di chi non conosceva la vita, mia sorella è morta per un'ingiustizia senza fine, mia sorella è morta perchè amava troppo la vita... Mia sorella è morta perchè provava amore per tutte le persone...

Chiunque leggerà questa mia lettera, per favore, accenda una candela nera con un piccolo nastro verde alla base e ricordi Neda e tutti i Martiri di queste giornate, ma quando la candela si sarà spenta non dimenticatevi di noi, non lasciateci soli...aduto preda della stessa sindrome del premier che vede trame dove c'e' soltanto libertà di informazione.

Teheran, 22 Giugno 2009 (h. 10.08

venerdì 19 giugno 2009

ancora ronde: l'attivista tipo


Scritto da Simona Mammano per Fuori dal coro il 19 giugno 2009



Riporto un'agenzia Ansa che penso si commenti da sola


SICUREZZA: RONDE NERE; SIAMO TREMILA, PIU' AL SUD E OVER 30 (V. 'SICUREZZA: RONDE NERE; MSI,...' DELLE 17.25 CIRCA) (ANSA) - MILANO, 19 GIU - E' un uomo piu' che trentenne, residente prevalentemente al Sud e solo per una piccolissima parte con esperienze da agente di polizia o militare. E' questo il ritratto dell'attivista tipo delle cosiddette 'ronde nere', presentate sabato scorso a Milano tra le polemiche. ''Siamo arrivati a quota tremila - ha detto il presidente dell'Msi-Dn, Maria Antonietta Cannizzaro -. Le polemiche suscitate hanno spinto tanta gente verso di noi''. ''Per il 70% si tratta di gente che vive al Sud - ha spiegato il vicario dell'Msi-Dn, Maurizio Monti -. Molti hanno piu' di 30 anni e in tanti ne hanno anche piu' di 40. Solo una piccola parte, forse il 2%, ha avuto esperienze in polizia o carabinieri''. In realta', secondo quanto emerso stamani in una conferenza stampa, si tratta di iscritti virtuali, dato che si tratta di persone che hanno compilato una semplice scheda d'iscrizione su Internet ma che al momento non sarebbero nemmeno state ricontattate. (ANSA). CSN 19-GIU-09 18:01 NNNN

domenica 14 giugno 2009

Maroni vuole le ronde


Scritto da Simona Mammano per Fuori dal coro il 14 giugno 2009




Maroni, ministro dell'Interno, da cui dipendono la polizia di stato e, per l'ordine pubblico, anche carabinieri e guardia di finanza, vuole le ronde. Quasi a voler dire che le polizie statali non sono sufficienti, quelle polizie a cui toglie fondi e che sono in sottorganico.
Ecco a questo proposito l'articolo di oggi sul sito di Repubblica:



La lega si ritrova a Pontida
Maroni: "Noi vogliamo le ronde"


Calderoli: "Un governo che non sia quello riconosciuto dal popolo sarebbe un colpo di Stato"



La Lega si ritrova a Pontida Maroni: "Noi vogliamo le ronde"
PONTIDA (BERGAMO) - "Ebbene sì vogliamo le ronde: noi guardiamo alla sostanza, non alle chiacchiere" il ministro Maroni lo ha scandito con forza (proprio nelle ore delle polemiche sulla "Guardia Nazionale" predisposta dall'Msi e in attesa del sì defintiivo al ddl sicurezza) al popolo del Carroccio riunito a Pontida. "Siamo in 80mila", ha annunciato trionfante il ministro Roberto Calderoli.

Intanto non si placa l'eco delle parole di Berlusconi che ieri ha parlato di "trame eversive" contro di lui. "Un altro governo? Sarebbe un golpe", ha detto Calderoli. Intanto, però, Umberto Bossi fa pesare il recente successo alle elezioni europee e amministrative: "Noi siamo indispensabili".

Maroni e le ronde. "Noi vogliamo che i cittadini possano affiancare le forze dell'ordine nelle città. Ci dicono che vogliamo le ronde, ebbene sì, vogliamo le ronde", ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni che ha iniziato il suo intervento sul palco di Pontida tra gli applausi con "Padania libera, non mollare mai".

Maroni ha anche annunciato che è già pronto il regolamento che permetterà ai cittadini di affiancare le forze dell'ordine: "Il resto sono solo chiacchiere, noi non ci fermeremo anche se ci dicono di tutto e che vogliamo le camice nere, noi andremo fino in fondo per avere più sicurezza nelle città", ha concluso il ministro. Maroni ha anche difeso la politica sull'immigrazione coi respingimenti."Da un mese non arriva più nessuno. A Lampedusa mi dispiace solo per le 30-40 persone - ha osservato - che si occupano del centro e hanno perso il lavoro perché non c'è più un clandestino.
Continueremo questa strada, non ci faremo impressionare".

Calderoli. "Un governo che non sia quello riconosciuto dal popolo sarebbe un colpo di Stato". Così il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli commenta l'ipotesi di un eventuale governo tecnico guidato da una persona non eletta dal popolo, ipotesi evocata ieri dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha parlato di un 'piano eversivo' nei suoi confronti.

Calderoli poi ha spiegato che "Bossi è il migliore alleato del governo, il migliore alleato tra gli alleati" e che comunque "da parte mia non credo ai complotti certo che c'è qualcuno che si muove, magari in modo un po' scoordinato".

Bossi: "Noi decisivi". "Questa Lega continua a crescere e ha creato una grossa classe dirigente, siamo diventati fondamentali per governare", ha detto Umberto Bossi iniziando il suo comizio dal palco. Il leader della Lega ha ribadito la stabilità del patto di alleanza con Berlusconi ("E' stato di parola, ci ha dato i voti") ma afferma: "D'altra parte non abbiamo problemi a fare accordi con chicchessia, perché la Lega non è scomponibile: siamo uniti dall'amore per la Padania. Non ci dividono. Siamo saldi. E siamo pronti fino a portare fino in fondo la lotta per la liberazione".

Anche il leader lumbard, dopo Calderoli, è tornato sulle presunte "trame" di cui ha parlato ieri il premier: "La Lega è una forza radicata sul territorio, la Lega è democrazia, la Lega vigila, e finchè ci siamo noi la democrazia non corre rischi".

"Più soldi ai lavoratori". Bossi è tornato a lanciare la battaglia leghista per i salari differenziati. "Meno soldi allo Stato e più in busta paga": è stato lo slogan che ha lanciato. "Federalismo - ha aggiunto - vuol dire vittoria della periferia produttiva sul centro romano. Voi siete i lavoratori più bravi e più produttivi del mondo e siete sottopagati. In questo c'è qualcosa che non va bene e che deve essere rimesso a posto".

Renzo Bossi. Sul palco per la prima volta ha preso la parola Renzo Bossi, figlio maggiore del leader del Carroccio, per parlare della nazionale padana di calcio di cui è il team manager. "Sono emozionato di essere qui davanti a voi e devo dire grazie a mio padre che mi ha sempre sostenuto - ha detto il giovane Bossi -, anche attraverso il calcio e il grande torneo delle nazioni non riconosciute che stiamo organizzando passa il messaggio della libertà dei popoli". Dopo il discorso, renzo Bossi ha donato la maglia a righe biancoverdi della Padania al padre.

(14 giugno 2009)


sabato 13 giugno 2009

INTERCETTAZIONI: appello di "Articolo 21"

Segnalato da Simona Mammano per Fuori dal coro il 13 giugno 2009



Intercettazioni: non basta l'indignazione, serve grande iniziativa nazionale unitaria



di Giuseppe Giulietti

Intercettazioni: non basta l'indignazione, serve grande iniziativa nazionale unitaria Quello che è accaduto ieri, l'approvazione della Legge Bavaglio sulle intercettazioni imposta al parlamento dall'ennesimo voto di fiducia, ha rappresentato e rappresenta una grave ferita ai valori costituzionali, di fronte alla quale non è sufficiente limitarsi alla critica a Berlusconi e della sua corte. E' giunto il momento di promuovere una grande iniziativa nazionale che metta assieme quanti (forze politiche associazioni, sindacati e perfino singole personalità della destra) che non si riconoscono in uno schema autoritario e populista e facciano sentire alle massime autorità istituzionali in Europa e in Italia l'indignazione di chi si vede sottratto il diritto alla legalità e all'informazione. Che si tratti di un vero e proprio scandalo lo dimostrano non solo le proteste unitarie dei magistrati ma addirittura, per la prima volta, il clamoroso documento unitario siglato dalla Federazione degli Editori (Fieg) e dal sindacato dei giornalisti (Fnsi). Un atto senza precedenti e che da solo segnala la gravità di quanto è accaduto. E non a caso 100mila cittadini in pochissime ore hanno aderito all'appello lanciato dal quotidiano Repubblica. Per queste ragioni Art.21, l'associazione presieduta da Federico Orlando attraverso il suo sito chiederà a tutte le forze politiche e associative di promuovere, in occasione della discussione al Senato, una manifestazione nazionale dedicata alla tutela dei valori costituzionali e all'affermazione dell'autonomia dei poteri di controllo, e proporrà che si tenga un'iniziativa nazionale affidando, se lo vorrà, al presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro l'intervento cocnlusivo a nome di tutti.

mercoledì 10 giugno 2009

I poliziotti contro Maroni

Scritto da Simona Mammano per Fuori dal coro il 10 giugno 2009


I sindacati di polizia si trovano tutti d'accordo, anche quelli più vicini al centrodestra, Maroni taglia i fondi e saltano i pagamenti dello straordinario. La mancanza di personale obbliga i poliziotti a svolgere servizio straordinario. Il governo spera di nascondere i vuoti di organico con i militari e addirittura con le ronde, la sua campagna elettorale è stata giocata interamente sulla sicurezza e poi? Niente personale, indagini impossibili dopo l'approvazione del ddl intercettazioni (di cui parlerò nel dettaglio) e adesso straordinari non pagati dal mese di gennaio per i reparti mobili e tagli del 5% agli straordinari dei poliziotti romani. Ecco l'articolo di oggi su Repubblica, firmato da Alberto Custodero:


Scattano i tagli agli straordinari
la rabbia dei poliziotti romani


di ALBERTO CUSTODERO


Scattano i tagli agli straordinari la rabbia dei poliziotti romani
IL MINISTERO dell'Interno ha tagliato 4000 ore di straordinari alla polizia romana, il 5% del monte ore della Questura della Capitale per un importo di circa 40 mila euro al mese. La notizia ha suscitato le proteste di tutti i sindacati di polizia. I poliziotti, prendendo a prestito la battuta del titolare del Viminale Roberto Maroni quando gli fu bocciata alla Camera la proposta di portare a sei mesi il soggiorno nei Cie ("sono furibondo", tuonò allora), commentano il decurtamento della busta paga con un "anche noi siamo furibondi".

I primi a protestare sono quelli politicamente più "vicini" al governo, l'Ugl polizia. "E' vergognoso - dice Massimo Nisida, segretario provinciale di Roma - Allora si abbia anche il coraggio di tagliare i servizi di ordine pubblico". "Questo - aggiunge Enzo Letizia, segretario nazionale dei Funzionari di polizia - è il primo effetto su Roma dei tagli nella Finanziaria per 16 milioni di euro al Dipartimento pubblica sicurezza. E tutto ciò mentre il Viminale parla di tolleranza zero e, sotto elezioni, fa proclami sui risultati della lotta alla criminalità". "I proclami sono una cosa - chiosano in coro Letizia e Nisida - questi tagli sono i fatti". Al ministro Maroni che fa sua la "tolleranza zero", Letizia ricorda che "chi inventò quella politica dura di sicurezza, l'ex sindaco di New York Giuliani, aumentò del 40% le risorse alla polizia".

Ancora Nisida dell'Ugl: "Si tratta dell'ennesimo attacco alla dignità professionale di chi è chiamato a presidiare il territorio e tutelare la sicurezza dei cittadini, anche perché, oltre a essere letteralmente sottopagato (meno dell'ora ordinaria), lo straordinario in Polizia, purtroppo, sopperisce alla grave carenza di personale dovuta al blocco delle assunzioni e del turn over".

"E impensabile - continua Nisida - che il governo da un lato si faccia garante di assicurare la pacifica riuscita di importanti eventi nazionali e internazionali con grande sacrifcio delle forze dell'ordine e, dall'altro, sottragga importanti risorse proprio a questi".

A questo punto i sindacati dell'Ugl richiamano e fanno propria la proposta fatta in campagna elettorale dal segretario del Pd, Dario Franceschini, che aveva proposto l'election day per risparmiare risorse da destinare alla polizia. "Con il solo election day - conclude Nisida - accorpando europee, amministrative e referendum, il governo avrebbe evitato di spendere ingenti somme che avrebbe potuto destinare alle forze dell'ordine. Ora la rabbia di noi poliziotti cresce". "Continuiamo a non capire - dichiara Letizia - perché il governo e il Viminale abbiano sottratto al Dipartimento di pubblica sicurezza cento milioni per dirottarli a fare controllare il territorio dalle ronde di cittadini".

Sulla stessa linea critica - ma riferendosi non alle ronde di cittadini, bensì a quelle dei militari - anche Claudio Giardullo, segretario genereale Silp Cgil. "Alle forze di polizia - spiega - si fanno mancare le risorse mentre il governo progetta di aumentare la costosa presenza di militari per il pattugliamento delle città. Questo, per noi, non solo non è una soluzione, ma è un ulteriore aggravio di lavoro per le forze dell'ordine come il caso emergenza rifiuti a Palermo dimostra".

Giardullo: "Nel capoluogo siciliano c'è stato un aumento di carico di lavoro della polizia che ha dovuto scortare non solo il personale dell'azienda raccolta rifiuti, ma anche i soldati che avrebbero dovuto scortarli. Ciò dimostra che l'esercito non era in grado di badare alla propria sicurezza, né a quella dei dipendenti della ditta. La morale è che, per tutelare le ronde dell'Esercito, sono state sottratte risorse per la sicurezza dei cittadini".

(10 giugno 2009)



martedì 9 giugno 2009

Il Times commenta i risultati delle europee in Italia






Scritto da Simona Mammano il 9 giugno 2009 per Fuori dal coro



What happened to the Lft's moment?

Across Europe, social democratic parties are in retreat, as parties of the right advance. Failures of leadership are to blame


Secondo il quotidiano londinese gli italiani non hanno una sinistra convincente con leader carismatici e fa l'esempio di Sarkozy che ha un'opposizione squabbling, litigiosa.

Come dargli torto?

Leggi l'articolo qui

lunedì 8 giugno 2009

violazione della sicurezza sul luogo di lavoro



Scritto da Simona Mammano l'8 giugno 2009 per Fuori dal coro









A Trani si tiene il processo per la morte di cinque operai della ditta Truck center di Molfetta, dove sono imputate quattro persone considerate responsabili di omicidio colposo, lesioni colpose e violazione della sicurezza sui luoghi del lavoro.
Il 3 marzo 2008 un operaio stava pulendo una cisterna, quando è stato investito dalle esalazioni di acido solforico sprigionato dalla reazione chimica che si ha quando lo zolfo viene in contatto con l'acqua. Questa è la ricostruzione dell'incidente fatta dai vigili del fuoco. Alla vista del collega che svenuto era caduto nell'autocisterna, altri 4 operai, nel tentativo di soccorrerlo, hanno subito la stessa sorte, morendo intossicati.
E' possibile seguire le udienze del processo sul sito di Radio Radicale.

mercoledì 3 giugno 2009

Brunetta e la Cgil


Scritto da Simona Mammano il 3 giugno 2009 per Fuori dal coro










Brunetta sembra essere in guerra con tutti e sta cercando di completare il lavoro già iniziato dal governo, spezzare il fronte sindacale. Uil e Cisl accondiscendono, mentre l'unica a opporsi sembra essere la Cgil. Ecco l'ultima dichiarazione del ministro della Funzione pubblica, il cui blog potete vedere qui.
Un'agenzia delle 18.46 riporta le sue dichiarazioni:

Sindacato: Brunetta. "Non riconosco più l'esistenza della Cgil"

03 Giugno 2009 18:46 POLITICA

MILANO - Attacco di Renato Brunetta alla Cgil. "E' ridotta ai minimi termini, non ne riconosco piu' l'esistenza'', ha detto il ministro dell'Innovazione a Milano a un appuntamento elettorale a sostegno della candidatura alla Provincia di Guido Podesta'. Brunetta ha citato la bassa adesione agli utlimi scioperi indetti dalla Cgil. (Agr)


La Cgil risponde:


Sindacato: Cgil, "Brunetta si distingue per insulti e toni provocatori"

03 Giugno 2009 20:08 ECONOMIA

ROMA - Arriva la replica della Cgil al ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, che ha detto di "non riconoscere l'esistenza" del sindacato guidato da Guglielmo Epifani. "Ancora una volta - si legge in una nota - il ministro Brunetta riesce a superare se stesso nell'insulto e nei toni provocatori. Non si e' mai visto un ministro della Repubblica esprimersi in questo modo nel riferirsi a un'organizzazione che rappresenta milioni di lavoratori e pensionati". "Comunque - prosegue il comunicato - dispiace per il ministro, ma avra' ancora molte occasioni per accorgersi dell'esistenza della Cgil". (Agr)



martedì 2 giugno 2009

par condicio violata


scritto da Simona Mammano per Fuori dal coro il 2 giugno 2009





Esiste una legge (n. 28/2000) che regola l'accesso ai mezzi di informazione durante la campagna elettorale. Berlusconi l'ha violata l'1 giugno durante un suo intervento in una trasmissione di Telelombardia. Le sue dichiarazioni sono riportate immediatamente dal sito del quotidiano Libero, che riprende un lancio di agenzia dell'Adnkronos che scrive:

Milano 1 giu. (Adnkronos) - "Gli ultimi sondaggi ci danno tra il 43 e il 45%. Se saranno confermati il Pdl sarà il più grande gruppo all'interno del Ppe e questo potrà anche portare Mario Mauro alla presidenza del parlamento europeo." A dirlo è il capo del governo Silvio Berlusconi che è intervenuto telefonicamente alla trasmissione Iceberg di Telelombardia.

La notizia è stata diffusa dal giornalista Andrea Atzori, che nel suo blog Fuorionda news si domanda perchè non ci siano state reazioni a questa grave violazione nè sugli organi di stampa, nè da parte della politica.

Si consiglia di leggere quanto Atzori ha scritto nel suo blog in proposito, perchè approfondisce l'argomento.